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Direttiva NIS 2

10 Ottobre 2025

Direttiva NIS 2: cosa cambia per aziende e pubbliche amministrazioni

Un nuovo paradigma per la cybersecurity in Europa

La Direttiva NIS 2 (Network and Information Security 2) rappresenta un vero cambio di paradigma nella gestione della sicurezza informatica.
Approvata dall’Unione Europea nel 2022, ha l’obiettivo di rafforzare la resilienza digitale di aziende e istituzioni pubbliche, trasformando la cybersecurity in un pilastro della governance aziendale.

Gli obiettivi principali della Direttiva NIS 2

La NIS 2 punta a:

  • Aumentare la resilienza informatica di enti pubblici e aziende private considerate essenziali per la società e l’economia.
  • Uniformare le misure di sicurezza e gli obblighi di gestione del rischio informatico in tutti gli Stati membri, riducendo le differenze di applicazione.
  • Migliorare la segnalazione degli incidenti di sicurezza, con l’obbligo di notificare entro 24 ore un primo rapporto.
  • Rafforzare la cooperazione tra Stati membri, promuovendo la condivisione di informazioni e una gestione coordinata delle crisi informatiche.
  • Estendere il campo di applicazione rispetto alla precedente NIS del 2016, includendo più organizzazioni e soggetti della supply chain che gestiscono dati o servizi critici.

Chi è obbligato a rispettare la NIS 2

La Direttiva si applica a medie e grandi imprese (oltre 50 dipendenti o fatturato superiore a 10 milioni di euro) che operano in settori essenziali o importanti.
Anche le piccole imprese possono rientrare se svolgono ruoli critici, ad esempio come subfornitori IT di ospedali o infrastrutture strategiche.

Entità essenziali (Essential Entities)

Sono organizzazioni che erogano servizi fondamentali per la società o l’economia e devono rispettare requisiti di sicurezza più severi.
Esempi:

  • Energia (elettricità, gas, petrolio, idrogeno)
  • Trasporti (aereo, ferroviario, marittimo, stradale)
  • Banche e infrastrutture finanziarie
  • Sanità (ospedali, laboratori, produttori di farmaci e dispositivi medici)
  • Acqua potabile e reflua
  • Infrastrutture digitali (DNS, data center, reti di comunicazione, cloud)
  • Pubblica Amministrazione centrale e locale
  • Spazio (servizi satellitari, comunicazioni spaziali)

Entità importanti (Important Entities)

Comprendono aziende e organizzazioni che, pur non essendo essenziali, possono generare impatti significativi in caso di attacco informatico.

Esempi:

  • Servizi postali e di corriere
  • Gestione rifiuti
  • Fornitura e produzione alimentare
  • Fabbricazione di dispositivi critici (es. elettronica, chimica, meccanica avanzata)
  • Servizi digitali (piattaforme online, marketplace, motori di ricerca, social network)
  • Ricerca (centri e istituti con attività sensibili)

Tutte queste entità devono:

  • Gestire i rischi di cybersecurity (analisi, misure tecniche e organizzative adeguate).
  • Designare un referente per la sicurezza informatica.
  • Notificare gli incidenti entro:
    • o   24 ore notifica iniziale,
    • o   72 ore rapporto dettagliato,
    • o   1 mese relazione finale.
  • Sottoporsi a controlli e sanzioni in caso di mancato adeguamento (sanzioni fino a 10 milioni di euro o al 2% del fatturato).

Cybersecurity come leva strategica per la governance

Con l’ampliamento del perimetro di responsabilità introdotto dalla Direttiva NIS 2, la sicurezza informatica non è più solo una questione tecnica.
Diventa un elemento strategico che coinvolge l’intera organizzazione, a partire dal management.

Non è più sufficiente delegare tutto ai reparti IT: i vertici aziendali devono sviluppare competenze e consapevolezza per prendere decisioni informate in materia di cyber risk.

Formazione e cultura della sicurezza

Per affrontare questa sfida, è essenziale implementare programmi di formazione dedicati alle figure apicali e a tutti i dipendenti.
Solo attraverso una cultura diffusa della sicurezza digitale è possibile ridurre i rischi, proteggere i dati sensibili e garantire la continuità operativa.

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